IL COUNSELING
IN AMBITO SCOLASTICO
A fronte della complessità sociale e dei continui e profondi cambiamenti che caratterizzano la presente epoca storica, la scuola si trasforma, tentando progressivi adattamenti.
È differente la sua stessa funzione, non essendo più un luogo preposto principalmente all’erogazione del sapere e della cultura, bensì una “agenzia” formativo-educativa che si propone come nucleo di democrazia, di partecipazione, di crescita umana e civile. Ciò si evidenzia non solo sul piano dei contenuti disciplinari e delle didattiche specifiche ma anche attraverso una serie di altre iniziative da cui possono dipendere, in maniera talvolta determinante, i successi o gli insuccessi scolastici, la stima o la disistima di sé, la gioia o la tristezza, la serenità o i turbamenti psicologici, la voglia di lavorare o la rinuncia.
E’ in questa nuova visione che si colloca la pratica del “counseling scolastico” il cui fine è quello di sviluppare un’adeguata abilità comunicativa e di agevolare relazioni positive ed efficaci tra studenti, insegnanti, genitori ed altre figure educative.
L’intervento di counseling sarà tanto più efficace quanto riuscirà ad incidere trasversalmente sui diversi elementi della realtà scolastica, favorendo la costruzione di un “linguaggio comune”, seppur nel rispetto e nella valorizzazione delle singole peculiarità. La scuola può così diventare un luogo in cui dare spazio non solo al “sapere” o al “saper fare”, ma anche al “saper essere”, in cui sia possibile respirare un’aria di empatia, di accettazione incondizionata e di autenticità.
Il counselor può fornire il suo apporto professionale sotto innumerevoli profili, tra cui: lo studio del clima interno e l’individuazione delle principali criticità che lo possono influenzare; lo sviluppo di abilità e competenze;